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Hollywood, prosegue lo sciopero degli sceneggiatori

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2007 09:52
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25/11/2007 09:52


Ciak, non si gira.

22/11/2007


Prosegue lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, che va avanti ormai da tre settimane. E mentre le major contano le perdite e si leccano le ferite, anche in Italia c'è chi alza la voce.

Tre settimane, tre lunghe settimane, in cui non si è fatta una riunione, non si è lanciata un'idea e, soprattutto, non è stata scritta nemmeno una battuta. Quelli della Writers Guild of America, la lega degli sceneggiatori americani, fanno sul serio. Non hanno bisogno certo di questo sciopero per dimostrarlo, perché nel 1988 lo sciopero durò dal 7 marzo al 7 agosto. Ma erano altri anni e le produzioni (soprattutto quelle dei serial televisivi) non correvano come oggi. E infatti il risalto che tutti stanno danno a questo sciopero non ha precedenti. Anche perché il villaggio si è fatto davvero globale.
Come la cosa possa andare a finire non è chiaro. La protesta, che verte sul mancato riconoscimento agli sceneggiatori dei diritti derivati dalla vendita e dalla distribuzione dei prodotti cinematografici e televisivi su canali alternativi a quelli classici (internet, iPod, cellulari e new media), si è incanalata in un braccio di ferro. Martedì 20 gli scioperanti hanno messo in piedi una marcia di protesta, alla quale si sono uniti diversi volti noti di Hollywood, per manifestare il loro sostegno - con la loro visibilità - alle motivazioni degli sceneggiatori. Ma gli executives delle major hanno fatto capire che non intendono sedersi al tavolo delle trattative "con una pistola puntata alla tempia" e che il discorso si può riprendere se e solo se gli scioperanti torneranno da bravi a rimettersi al desco. Anche perché le perdite sono, più che ingenti, mostruose. C'è anche chi ha fatto i conti e ha detto che per ogni giorno in cui non si lavora sui set di Hollywood, vanno in fumo 20 milioni di dollari ( c'è anche da chiedersi a chi vadano nelle tasche tutti quei soldi se invece si lavora). Diverse produzioni sono paralizzate e ha fatto notizia lo slittamento delle uscite di alcuni film, come Angeli e demoni tratto dal thriller di Dan Brown o Shantaram con Johnny Depp. Ma in realtà sono centinaia i set bloccati, soprattutto quelli televisivi, che comprendono decine di talk-show che non sono andati in onda e una sessantina tra serial e sit-com i cui interpreti sono rimasti di colpo muti e interdetti, non avendo più nessun copione tra le mani.

Intanto anche in Italia si fanno sentire gli sceneggiatori nostrani, che lamentano una situazione ancor peggiore. Fausto Brizzi, autore di Notte prima degli esami, ha spiegato a L'Espresso a proposito della situazione del settore: "In realtà noi italiani siamo messi molto peggio degli americani. Ci accontenteremmo del contratto che hanno loro". In questo caso infatti,oltre ai new-media, è coinvolta anche la pay-tv. Al punto che la Siae ha ribadito a Sky che così le cose non possono andare avanti e che, se entro il 31 dicembre non ci sarà un accordo, lo sfruttamento dei contenuti sarà considerato illegale.

fonte: filmtv newsletter
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